Le parole se si ridestano
rifiutano la sede
più propizia, la carta
di Fabriano, l’inchiostro
di china, la cartella
di cuoio o di velluto
che le tenga in segreto;
le parole
quando si svegliano
si adagiano sul retro
delle fatture, sui margini
dei bollettini del lotto,
sulle partecipazioni
matrimoniali o di lutto;
le parole
non chiedono di meglio
che l’imbroglio dei tasti
nell’Olivetti portatile,
che il buio dei taschini
del panciotto, che il fondo
del cestino, ridottevi
in pallottole;
le parole
non sono affatto felici
di esser buttate fuori
come zambracche e accolte
con furore di plausi
e disonore;
le parole
preferiscono il sonno
nella bottiglia al ludibrio
di essere lette, vendute,
imbalsamate, ibernate;
le parole
sono di tutti e invano
si celano nei dizionari
perchè c’è sempre il marrano
che dissotterra i tartufi
più puzzolenti e più rari;
le parole
dopo un’eterna attesa
rinunziano alla speranza
di essere pronunziate
una volta per tutte
e poi morire
con chi le ha possedute.
. Eugenio Montale.
Set 09, 2013 @ 10:00:37
So ein schönes Bild und Text wunderschön und Hoffnung ist immer wünsche dir eine gute glückliche Woche gruß und Freundschaft.Gislinde
Set 11, 2013 @ 12:35:00
Liebe Antonietta ja auf eine Schiffertafel zu schreiben das kenne ich auch wir haben bis zum 4 Schuhljahr damit gearbeitet ,ist aber ein tolles Bild sehr schön wie immer deine Bilder einen schönen Tag wünscht dir Klaus