Il tempo e l’Amore

 

                                                              Vladimir Gusev    on-seacoast

C’era una volta un’isola dove vivevano tutti i sentimenti.   Il Buonumore, la Tristezza, l’Orgoglio, così tutti gli altri, incluso l’Amore.  Un giorno venne annunciato che l’isola stava per sprofondare.  Allora prepararono tutte le loro navi e partirono.   Solo l’Amore volle restare fino all’ultimo momento. Quando l’isola fu sul punto di sprofondare, l’Amore decise di chiedere aiuto.   Uno ad uno trovarono una scusa per non portarlo con sè.   All’improvviso una voce disse vieni Amore, ti prendo  con me! L’Amore si sentì così riconoscente che volle sapere chi lo aiutava.

Era il Tempo.  Il Tempo?- s’interrogò l’Amore-  perchè mi hai aiutato?   Perchè solo il tempo è capace di comprendere quanto L’Amore sia importante nella Vita.

                           ANONIMO

 

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E’ silenzio…

                                                                  

                                                                  Daniel  Gerhartz

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Non è pace la mia

è silenzio

che segue la battaglia cruenta.

Sulle pire ormai spente

bruciò il nostro amore

offerto in sacrificio alla vita

offerto sull’altare del Dio,

che ci negò ancora un giorno,

Riconobbi tra le macerie

la mia anima riversa

tra rivoli di sangue

e sogni fatti a brandelli.

Non può la notte

lenire il dolore

e le lacrime sono sale

su ferite ancora aperte.

Non è pace la mia

è silenzio

affidato al vento

perchè copra le distanze

perchè vinca l’attesa

e riporti a me

almeno il tuo odore

almeno un tuo sussurro

quando il sonno ti vince

e il tuo essere riposa.

.

                          Moira Fogli

 

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IL DECLINO. ( di Wanda De Giorgis )

                                                                

                                                                                 Antonio Fontanesi              

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Il declino

Per lungo tempo a lei proprio non ci pensavo mai.  E’ stata lei a non dimenticarsi di me, anche se me ne stavo, opportunamente, defilata come se la cosa non mi riguardasse.  Mi è piombata addosso all’improvviso, velocemente e mi ha costretto a una convivenza che mi pesa, anche se non posso far altro che accettarla. E’ una convivenza non sempre facile fatta soprattutto dismemoratezze  smarrimenti e distrazioni, reali o di comodo, che ti costringono a prendere coscienza dei tuoi limiti, quando perdi i colpi, dei tuoi riflessi lenti, ad adeguarti a essi, a guardarti da vicino e a riconoscerti anche se certamente preferiresti che non fossero entrati nella tua vita, nei tuoi tempi, che non sono più quelli di una volta.  Parafrasando un noto personaggio, dico : “Ma di che cosa sto parlando? “  Della vecchiaia, tappa importante.  Certo l’argomento non è molto piacevole e questa parola non ha proprio niente di poetico o di avvincente. Provo a definirla con un altro termine? Declino? Cioè fase di decadenza, discesa, tramonto?   Il significato non cambia molto :  tramonto va già meglio.  Un tramonto ha un suo fascino, una sua particolare bellezza  In questo caso, però, bisogna aguzzare la vista per vederla.   Ho accennato alla  smemoratezza, parola persino dolce, è più accettabile di appariscente perdita della memoria, sulla quale incombe l’Alzhelmer, o, nella migliore delle ipotesi lademenza senile.  Ho usato anche i termini persino patetici, smarrimento e distrazioni, che preferisco a breve stato confuionale, verificabili in queste occasioni: “ Che cosa sono venuta a fare di corsa in questa stanza? Che sto cercando? “   Come si chiama quella signora che per strada mi ha salutato?  Il suo nome l’ho sulla punta della  lingua, ma…. Certo la conosco, chi sarà? “   “ E qual’è la trama del film che ho visto solo ieri sera alla TV e che mi ha persino commosso, fatto che ormai mi capita raramente mentre prima ( quanti secoli fa? ) partecipavo con maggior interesse e avevo le lacrime in tasca? “   “ E dove mai avrò ficcato il foglietto giallo ( post it ) con la nota delle commissioni che oggi dovrei assolutamente sbrigare? Ricordo di aver pensato, lo metto qui perchè così lo trovo subito, ma qui dov’è?  E perchè,  nel momento meno opportuno, e non capirò mai con quale utilità, mi ritorna in mente una poesia di Pascoli imparata a memoria quando frequentavo le scuole elementari negli anni trenta, e non ricordo che giorno è oggi anche se quando mi sono alzata dal letto ho diligentemente guardato il calendario? “ Quello che va fatto, fallo subito, altrimenti te lo dimentichi, consigliava saggiamente, qualcuno.  Giusto, ma le cose da fare che ti vengono in mente tutte in una volta sono cento,  come te la cavi?  Anche se hai a portata di mano carta e penna non ce la fai ad afferarle perchè, fuggevolmente, come sono arrivate se ne vanno…. forse ti faranno la cortesia di ritornare, forse no.  Comunque,  prima di dichiararmi in vendita per fine stagione, cercherò con spirito di resistenza, di non arrendermi alla passività senile, di non ripiegarmi su me stessa, mi organizzerò meglio facendo mie  le parole di Pascal; “….c’è abbastanza luce per chi vuol vedere….” , perchè vorrei continuare a vedere, esserci, pensare, ascoltare, sia pur in un silenzio intimo e profondo, la mia voce e tutte le altre voci, alcune melodie che vanno diritte al cuore, prima che il tutto si spenga a poco a poco come si spegne il lumino di un cero e non considerare il tempo che mi resta come se fosse solo sabbia che inesorabilmente scorre in una clessidra.  Mi piacerebbe potermi consapevolmente congedare, prima di essere congedata per demotivazione, disinteresse, straniamento nei confronti della vita.  Vorrei continuare a coltivare interessi, sollecitare informazioni e rievocazioni.  Peccato che quando avrò imparato a dare importanza solo alle cose che veramente contano, lasciando scivolar via lo zapping di sciocchezze, sarò ormai arrivata alla cerimonia degli addii, cioè avrò raggiunto la cima della scala che più o meno  faticosamente ho salito in tanti anni.  Gradino dopo gradino.  Probabilmente su ognuno di essi sono rimasti appesi tanti ricordi di giorni belli dimenticati – che peccato! -  e di giorni brutti fortunatamente caduti nell’oblio,  ma che hanno lasciato il segno.

Comunque scrivere di sè può essere vivere oltre la fine, farsi sentire almeno dopo quando non si è stati ascoltati prima.      Io ci provo.

                                            Wanda De Giorgis

 

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