L’edera

A piè della mia croce, in cimitero,

vo’ che ci nasca l’Edera amorosa;

non la bruna viola del pensiero,

non il candido giglio, nè la rosa,

chè l’affetto dei fiori è passeggero,

Ma l’Edera s’attacca, ove si posa.

 

Cresce, e co’ rami suoi cinge e

s’attiene

a quel che la protegge e la sostiene

e seco ognor soavemente unita,

vive con lui della sua stessa vita.

Amando vive l’Edera gentile,

e a farsi bella non aspetta aprile.

 

M’è cara sempre l’Edera modesta

che alle offese del gel resiste e

dura,

o di un albero antico il tronco

vesta

giovane e fresca con la sua

verzura;

stenda i suoi tralci, o li declini

mesta

sulle rovine delle  parie mura.

 

Per tutto dove l’Edera si spande

porta la grazia delle sue ghirlande,

ora leggiadro simbolo d’affetto,

orna e rallegra il povero mio tetto

forse, tra poco, vereconda e pia

consolerà la sepoltura mia.

 

MARIANNA GIARRE’-BILLI

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